lunedì 31 gennaio 2011

ma di morire con gli occhi pieni di cielo.

ogni qualvolta mi fermo sento dentro di me un solo e unico desiderio.
ritorno li, sul ponte di un traghetto a scrutare la notte dal mio sacco a pelo.
torno a dormire su quelle panchine fuori da una stazione.
torno a lavarmi e cambiarmi nei bagni dei bar.
a sentire tra le mani un biglietto consumato, sento l'odore dei treni troppo affollati e parole che non conosco.
mi ricordo come è camminare a 50 gradi sotto un sole che non lascia tregua, dormire poco avendo paura di qualsiasi tipo losco.
risento i deliri di un barbone e l'amore per quello che pensava di aver fatto.
il male ad ogni minima parte del corpo.
sento la voce preoccupata di mia madre che spera io torni viva.
e i giorni che corrono veloci, i volti della gente, la gentilezza inaspettata.
torno, sulle panchine di tutte quelle stazioni, con gli occhi pieni di meraviglia, ad aspettare il prossimo treno.
e mi sento straziare dentro, da questa vita comoda, che mi condurrà in una casa calda, con una famiglia e un lavoro e sento che è facile così. che non riesco a scrollarmi di dosso il tepore di queste stanze.
e vorrei solo quel coraggio, il coraggio di prendere e partire, di rischiare come una stupida ingenua, di vedere il mondo prima che sia troppo distrutto, prima che me lo portino via.
e magari di morire giovane, perchè il rischio pesa di più di qualsiasi zaino, ma di morire con gli occhi pieni di cielo.

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